Si è soliti pensare che l’autunno sia la stagione in cui i trionfi dell’estate svaniscono. Le foglie cadono con lentezza dai rami come in una morte lenta e dilatata. Punti di vista. L’autunno con la sua varietà di colori e di odori è l’occasione buona per restare spiazzati, per dover ripensare, per smettere di intendere ciò che ci circonda come si è soliti fare. Tutte le più grandi storie parlano di cambiamenti, mentre le leggi della trasformazione modellano i loro personaggi sotto la luce nuova dei nostri occhi. Al contrario dell’estate, il tepore dell’autunno ci invita al raccoglimento. Quale occasione migliore per scrivere nuove storie, per leggerne di nuove, e per sedersi intorno a un fuoco e raccontarle?
Questa settimana i nostri allievi ci incantano con le parole…
In una mano una pistola, nell’altra il whisky e in mezzo tutta la mia esistenza. Vincenzo Colosimo scansiona le percezioni di un uomo di fronte a un bivio non sperato.
Tu lo sai, tu lo sai come si possa sentire un uomo come me. E allora, perché non mi ascolti? Paolo Giorgetti si lascia andare a un flusso dagli esiti incerti.
Ok, ora scriverò la mia storia. E tu, computer, vedi di assecondarmi. Elvira Pizzoli si scontra e si accorda con un pc più che ribelle.
Sì, lo so che vuoi sentirti amata, desiderata e coccolata. Ma, dimmi, io che posso farci? Claudia D’Agostino si lancia in una narrazione senza compromessi.
Io resto qui, su questo cornicione, insieme a te. Sì, resto qui, in questa perfetta vicinanza. Claudia Amato si mette in contatto con un’imprevedibile corrispondenza tra due esistenze.